Il disprosio è un elemento che nella tavola periodica si trova nel
gruppo dei lantanoidi, altrimenti detti terre rare. Si dava il nome di
terre rare perché si pensava che fossero poco disponibili. In realtà, le
terre rare sono abbastanza diffuse sulla superficie terrestre, anche se
giacimenti commercialmente sfruttabili sono localizzati in non molti posti,
come ad esempio la Russia, la Cina e l'Australia. Il disprosio è due volte
più abbondante dello stagno. Se ne ricavano all'incirca 100 tonnellate all'anno,
lavorando minerali come la monazite. Ha un aspetto argenteo, metallico e
lucente, è relativamente stabile all'aria a temperatura ambiente ma può
essere lentamente ossidato dall'ossigeno. Si scioglie rapidamente in soluzioni
diluite di acidi minerali, liberando idrogeno, forma sali vivacemente
colorati, che sono tipicamente degli idrati, come il nitrato di disprosio
pentaidrato, Dy(NO3)3•5H2O in cui il metallo
si trova nello stato di ossidazione +3. È tenero a sufficienza da poter
essere tagliato con un coltello e può essere lavorato senza emissione di
scintille. È stato scoperto nel 1886 dal chimico P.E. Lecoq De Boisbaudran
(nella foto compare il gallo dalla traduzione del cognome dello scopritore)
che lo ha purificato da un elemento abbastanza simile ad esso e agli altri
lantanidi, l'ittrio. Tra gli usi del metallo vale la pena di ricordare il
suo impiego nella realizzazione dei dosimetri per il controllo della radioattività,
ma anche nell'ottica (fonte di radiazioni infrarosse), nella preparazione
di materiali per l'impiego dei laser e anche nella preparazione di barre
di regolazione per i reattori nucleari.
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