Art. 169. Sostegno pubblico 1. Al fine di assicurare l’ordinato svolgimento delle procedure di liquidazione coatta amministrativa delle banche indicate all’articolo 168, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato a concedere il sostegno pubblico alle operazioni di trasferimento a una banca acquirente (di seguito, «l’Acquirente») di attività e passività, di azienda, rami d’azienda nonché di beni e rapporti giuridici individuabili in blocco (di seguito, «il Compendio Ceduto») della banca in liquidazione coatta amministrativa, nelle seguenti forme, anche in combinazione fra di loro: a) trasformazione in crediti di imposta delle attività per imposte anticipate della banca posta in liquidazione coatta amministrativa, anche laddove non iscritte nel bilancio di quest’ultima; b) trasformazione in crediti di imposta delle attività per imposte anticipate dell’Acquirente, anche laddove non iscritte nel bilancio di quest’ultima; c) concessione all’Acquirente di garanzie su componenti del Compendio Ceduto; la garanzia dello Stato è gratuita, a prima richiesta, incondizionata, irrevocabile ed esplicita; essa copre capitale, interessi e oneri accessori fino all’importo massimo garantito e prevede il concorso del beneficiario nelle perdite; d) erogazione all’Acquirente di contributi nella misura in cui le forme di sostegno pubblico di cui alle lettere precedenti non siano sufficienti. 2. Possono essere oggetto della trasformazione in crediti di imposta di cui alle lettere a) e b) del comma precedente le attività per imposte anticipate riferite ai seguenti componenti: a) perdite fiscali non ancora computate in diminuzione del reddito imponibile ai sensi dell’articolo 84 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.917; b) importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto di cui all’articolo 1, comma 4, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, non ancora dedotto né trasformato in credito d’imposta; c) componenti reddituali di cui all’articolo 1, commi 1067 e 1068, della legge 30 dicembre 2018, n.145. 3. La trasformazione in credito d’imposta di cui alle lettere a) e b) del comma 1 può essere disposta per un ammontare complessivo massimo non superiore all’ammontare massimo di cui al comma 4. Il credito d’imposta derivante dalla trasformazione non è produttivo di interessi. Può essere utilizzato, senza limiti di importo, in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.241, ovvero può essere ceduto secondo quanto previsto dall’articolo 43 -bis o dall’articolo 43 -ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n.602, ovvero può essere chiesto a rimborso. Il credito d’imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi e non concorre alla formazione del reddito di impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive. 4. Gli oneri a carico dello Stato per la concessione del sostegno pubblico di cui al presente capo non eccedono l’ammontare complessivo di 100 milioni di euro eventualmente incrementati secondo le modalità di cui al comma 6. In caso di concessione di garanzie, il corrispondente ammontare del sostegno pubblico è pari al fair value delle garanzie stesse. 5. Il sostegno pubblico può essere concesso a seguito della positiva decisione della Commissione europea sulla compatibilità del regime di cui al presente capo con il quadro normativo dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato nei dodici mesi successivi a tale decisione ovvero a seguito dell’autorizzazione rilasciata dalla Commissione europea a seguito della notifica individuale del singolo sostegno, qualora questa sia necessaria. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze tale periodo può essere esteso fino a un massimo di ulteriori dodici mesi previa approvazione da parte della Commissione europea. 6. Per far fronte agli oneri derivanti dal presente capo è istituito nello stato di previsione del ministero dell’economia e delle finanze un Fondo di importo pari a 100 milioni di euro per l’anno 2020. Il predetto fondo può altresì essere alimentato con gli eventuali minori oneri derivanti dall’attuazione degli articoli 55, 56 e 57 del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n.27, da accertarsi con uno o più decreti del Ministro dell’economia e delle finanze con i quali sono apportate le occorrenti variazioni di bilancio, anche in conto residui. Qualora i suddetti minori oneri siano conseguiti su risorse gestite presso la Tesoreria dello Stato, è autorizzato il versamento all’entrata del bilancio dello Stato del relativo importo per la successiva riassegnazione al Fondo di cui al presente comma.